Vittorio Bonapace

Vittorio Bonapace è un artista italiano la cui ricerca intreccia tradizione e innovazione, fondendo media digitali e fisici per esplorare il dialogo tra i maestri classici e i temi contemporanei.
Formatosi in Scenografia e Allestimento all’Accademia di Belle Arti di Roma e già scenografo del Teatro dell’Opera, ha sviluppato una profonda padronanza della luce e della composizione spaziale, elementi centrali nella sua pratica.
Riconosciuto a livello internazionale per il suo approccio phygital, ha esposto in sedi prestigiose come Art Basel Miami, Sotheby’s Paris, Frieze Seoul, Saatchi Gallery London e nella mostra Dal Cuore alle Mani di Dolce & Gabbana.
Inserito da Exibart tra i 222 Artists to Invest In e pubblicato su importanti riviste internazionali, è rappresentato dalla galleria Zanini Arte.


God Save The Queen

Un ritratto della Regina d’Inghilterra realizzato non da mani umane, ma da macchine.
Mentre i ritratti tradizionali celebrano solennità e orgoglio, quest’opera esplora emozioni più intime e silenziose, quelle che scorrono sotto la superficie.
Bonapace sposta l’attenzione sugli aspetti più solitari e malinconici di Londra e della monarchia, trasformando la figura regale in simbolo universale di isolamento.
L’opera digitale diventa matrice per una trasposizione fisica su tela: i pixel si trasformano in pigmento, la freddezza della macchina in materia tangibile.
Il dipinto risultante non è una semplice riproduzione, ma un’evoluzione dell’opera originaria — una riflessione sull’incontro tra tecnologia e artigianato, tra distanza e intimità, tra effimero e permanenza.

 

Harmonia Synthetica

Nella serie Harmonia Synthetica, Vittorio Bonapace mette in scena un universo dove la tradizione classica incontra l’ibridazione tecnologica, generando visioni sospese tra mito e futuro.
Le opere – da Hellenica a Ludica Futura, da Memento Mori a Deus Ex Machina – abitano spazi museali e teatrali popolati da figure androidee e paesaggi sintetici che reinterpretano le icone dell’arte occidentale.
Ogni lavoro nasce da un processo interamente artigianale digitale: modellazione e scultura 3D, rendering, post-produzione fotografica e animazione tradizionale.
Nessuna immagine è generata da intelligenza artificiale: Bonapace costruisce i suoi mondi pixel dopo pixel, fondendo la cura del dettaglio classico con i linguaggi del presente.
Harmonia Synthetica non celebra né condanna la tecnologia: la osserva con distanza critica, mettendola alla prova del tempo e del dubbio.
Il risultato è un linguaggio visivo che unisce artigianalità digitale e iconografia storica, spingendo lo spettatore a chiedersi dove finisca l’umano e dove cominci la macchina — e se sia possibile un’armonia tra i due.

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